di FRANCESCO TRONCARELLI
"Fra qualche giorno finirà l'estate
E sulla spiaggia niente resterà
Le ore passate saranno un ricordo
Che noi porteremo lontano, io e te.."
E' inevitabile. Quando finisce agosto e ci si accinge a voltare la
pagina del calendario il pensiero va subito a lei, ad una delle canzoni
più belle del nostro pop dedicata a Settembre, il mese che conclude le
vacanze e segna il ritorno alla vita di tutti i giorni, al lavoro, ai
problemi e a soprattutto ai ritmi della quotidianità.
Ma questa volta, riascoltando questa meravigliosa canzone, il pensiero andrà automaticamente al suo interprete, il grande Peppino Gagliardi che se n'è andato neanche un mese fa, in una calda giornata di agosto, lasciandoci più soli, senza la sua musica e soprattutto la sua saggezza da gentiluomo colto e raffinato del Sud, che dispensava con pillole quotidiane sui social.
E' stata una perdita gravissima, che ha emozionato i suoi innumerevoli fan come l'onda emotiva riversatasi sul web ha dimostrato ma che non ha toccato minimamente i cuori e le menti di chi tira le fila dei media, che hanno oscurato praticamente la notizia della scomparsa dopo qualche breve cenno, ignorandola poi del tutto nei principali TG della sera di tutte le Reti.
Una vergogna che dimostra ancora una volta la distanza che c'è tra il popolo e la casta anche in termini culturali, fra la sensibilità della gente comune e l'arroganza dei radical chic, tra ciò che vorrebbe il pubblico e quello che vogliono imporre i capoccioni delle televisioni. Una vergogna che dall'informazione è passata all'intrattenimento.
Il buon Peppino è stato ignorato infatti anche da Techetechetè, il programma estivo per eccellenza che volge lo sguardo al passato e che sempre in casi come questo (vedi l'anno scorso per Tonino dei Camaleonti e Vittorio dei New Trolls) e recentemente per Toto Cutugno, rende un doveroso omaggio.
E se per correre ai ripari lo ricorderanno ora con una canzone in un mischione di "scomparsi" di tutti i tempi sembrerà la classica toppa peggiore del buco, perchè Peppino è un numero uno che andava celebrato con una puntata intera al momento.
"Settembre" dunque, la canzone che accompgnava gli ultimi bagliori estivi e la fine di quegli amori vissuti quando il sole calava sulla spiaggia, per la prima volta assume un significao diversso, ancora più struggente e che nel verso "e tu non ci sarai" rimanda immediatamente alla mancanza di Gagliardi.
Peppino col figlio Massimiliano che lo accompagna al piano |
Questo brano dell'artista napoletano dalla tipica melodia "all'italiana" è
un pezzo che ha fatto il giro del mondo, ascoltato e applaudito in
Giappone come in Sud America, in Nord Europa (Benny Andersson degli Abba
è un fan di Gagliardi) e in Medio Oriente, sulla scia della
popolarità internazionale del suo interprete.
E' una canzone che colpisce subito, di grande atmosfera, con una musica,
composta dallo stesso Peppino, che coinvolge chi ascolta e lo avvolge
di emozioni che rimandano a vicende che tutti hanno vissuto nella loro vita nella stagione delle vacanze.
Il testo di Gaetano Amendola si sposa alla perfezione alla
musica e le fornisce il valore aggiunto con i suoi versi malinconci e
suggestivi. Insomma è una canzone come si facevano una volta, scritta
bene, musicata meglio e arrangiata come si deve. E per questo senza
tempo e sempre emozionante.
Venne presentata da Gagliardi al "Disco per l'estate" del 1970.
Un'edizione fra le più seguite in assoluto di questa famosa
manifestazione canora realizzata dall A.F.I. e la Rai che in sostanza
presentava le novità discografiche della stagione estiva allo stesso
modo di quello che faceva il festival di Sanremo per il mercato
invernale.
Con Corrado e Gabriella Farinon in veste di cerimonieri della kermesse,
aveva in gara artisti del calibro di Claudio Baglioni, Johnny Dorelli,
Caterina Caselli, Orietta Berti, Franco IV e Franco I, Michele, i
Giganti, Le Orme, Romina Power, Mino Reitano, Bobby Solo, Herbert
Pagani, i New Trolls, I Nomadi, i Nuovi Angeli e tanti altri ancora.
I migliori fra i cantanti e i gruppi sulla cresta dell'onda in quel
periodo. Ma alla serata finale svoltasi nela salone del casinò di Saint
Vincent arrivarono solo in dodici, in base alle vendite dei dischi
effettuate nel corso della kermesse che era inziata alla radio qualche
tempo prima.
Il podio del Disco per l'Estate 1970 |
E per un pugno di 45 giri venduti in più fu Renato, in libera uscita dal gruppo dei Profeti, che la spuntò proprio su Gagliardi col suo "Lady Barbara", brano frizzante col ritornello a marcetta, che fece ovviamente colpo sui giovanissimi che seguivano il complesso e sulle fan del suo leader. Ma i cavalli di razza si vedono alla distanza.
Il pezzo del capellone Renato che impazzò in quell'anno fu sì il Disco
per l'estate 1970, ma "Settembre" di Gagliardi da quel momento sarà il
disco dell'estate per sempre. Nessuno canta più o ripropone nei servizi
dei media o sui social "Lady Barbara", brano ormai sconoscuto ai più e
finito nel dimenticatoio, tutti invece cantano con nostalgia e
sentimento "Settembre poi verrà ma senza sole e forse un novo amore
nascerà...".
"Settembre" peraltro è stato lo spartiacque della carriera dell'artista
napoletano già affermato per canzoni di grande successo come "T'amo e
t'amerò" e "Che vuole questa musica stasera" che detiene il record per
un disco italiano di utilizzazione nelle colonne sonore dei film (ben
8).
Da quella serata al casinò per la finale in cui arrivò secondo è stato
tutto un susseguirsi di successi e trionfi fra Canzonissima e Sanremo
con brani come "Sempre sempre", "Come un ragazzino", "Gocce di mare"
"Come le viole" e così via.
Ecco allora questo brano diventato da oltre 50 anni un cult del dopo vacanze e
della stagione dei bilanci estivi. Lo riascoltiamo, non certo senza un po' di commozione, dal video tratto
dall'esibizione di Peppino a "Senza rete", lo show del
sabato sera trasmesso dall'Auditorium Rai di Napoli, in cui
gli artisti cantavano senza il paracadute del playback dal
vivo.
Gaglardi canta dopo Aznavour, una sorta di investitura per lui in virtù
della partecipazione emotiva e carismatica con cui ha sempre affrontato
l'interpretazione dei suoi brani. E a conferma di quanto dicevamo circa
la validità della melodia del pezzo, fate caso al momento durante l'esecuzione, in
cui il maestro Pino Calvi lascia la direzione dell'orchestra per
sottolineare al piano l'inciso della canzone.
Un omaggio alla musica e al suo autore. Un omaggio che adesso che Peppino non c'è più vuol dire grazie.
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