martedì 14 novembre 2023

La rivincita del "cameriere" Chinaglia

di FRANCESCO TRONCARELLI

Inghilterra-Italia non è mai stata una partita come tutte le altre, soprattutto per noi, perchè giocare contro i “Maestri” d’Oltremanica, inventori della maggior parte degli sport praticati in età contemporanea, è sempre stato un avvenimento molto sentito dalla critica sportiva. 

Ma anche da parte dei tifosi, stanchi di dovere prendere ad ogni partita lezioni di calcio da parte dei bianchi di Sua Maestà senza diritto di appello. Una situazione insostenibile e comunque pesante, fino al 14 novembre 1973, 50 anni fa esatti, il giorno in cui la Nazionale italiana trionfò per la prima volta in Inghilterra violando il sacro tempio del calcio mondiale di Wembley.

Una data importante per il nostro Calcio e soprattutto una vittoria storica a cui partecipò concretamente  Giorgio Chinaglia, centravanti della Lazio e che con la maglia azzurra ebbe un rapporto difficile, durato solo tre anni e finito col clamoroso gesto verso la panchina nel mondiale tedesco, diffuso in mondovisione.

Un rapporto però che ebbe dopo l'esordio in Bulgaria (gol appena entrato e da debuttante in Azzurro direttamente dalla serie B), il momento più alto sicuramente dal punto di vista umano oltre che calcistico, proprio quella notte magica a Londra.

E questo perchè Long John era stato un emigrato in Galles da bambino con tutta la famiglia, come migliaia di italiani che lasciavano il nostro paese in cerca di fortuna all'estero, gente che si faceva in quattro per sbarcare i lunario, accettando spesso i lavori più umili, minatori, sguatteri e quando andava di lusso camerieri.

Una trafila che anche Giorgio, arrivato bambino insieme alla sorella Rita a Cardiff dove c'era il già padre Mario che aveva aperto dopo molta fatica un ristorante italiano, fece prima di iniziare a tirare i primi calci al pallone nella patria del football, sino ad approdare nello Swansea. 

Ecco perchè quella partita con la nostra Nazionale per lui era importantissima. Perchè tornava da calciatore vero in una terra che non lo aveva voluto come giocatore e nella quale aveva fatto di tutto per mantenersi indipedente e cullare il suo sogno. 

Anche ripulire dal fango e lustrare gli scarpini dei titolari della prima squadra che poi gli gettavano con diprezzo misto a superiorità, qualche moneta sul pavimento: una mancia all'italiano.


Una partita di grande orgoglio per lui quindi, ma che dopo i fatti di Lazio-Ipswich, i famosi incidenti in campo con la rissa tra giocatori che avevano portato alla squalifica della Lazio da tutte le competizioni europee, non si sarebbe giocata in un'atmosfera idilliaca.

Ad attizzare il fuoco delle polemiche e degli animi, ci avevano pensato i tabloid inglesi, che alla vigilia della partita ne scrissero di ogni, sino al titolo dispregiativo di alcuni giornali che annunciava la presenza sugli spalti dello stadio di "30.000 camerieri a tifare Italia”.

Ma questa miccia accesa dalla stampa, non fece altro che rafforzare i nostri connazionali sulle gradinate nel tifo incessante e gli azzurri in campo, guidati da un Chinaglia pronto alla battaglia e alla vittoria. La partita giocata sotto una pioggia incessante tra azioni tavolgenti, capovolgimenti di fronte e parate dei due numeri uno a cominciare dal grande Dino Zoff, ebbe il suo epilogo al 42° del secondo tempo.

Gli azzurri infatti su contropiede, ottengono il gol della vittoria clamorosa e storica. La difesa infatti si libera bene poggiando su Capello che a centrocampo controlla la palla e appoggia verso Chinaglia. Il centravanti scatta bene, allarga leggermente per evitare l’intervento di Mc Farland, lo dribbla e calcia forte trasversalmente. 

Il portiere inglese Shilton si oppone come può, a mani aperte, e il pallone rimbalza al limite dell’area piccola dove Capello, che ha seguito l’azione, lo aggancia e lo mette in rete con un tap in lieve. E' fatta, gli italiani sugli spalti esultano con un boato interminabile. La gioia è ai massimi ed è stampata nel volto di Chinaglia che alza le braccia al cielo ed esulta felice.

I minuti finali sono un susseguirsi di emozioni, assalti degli inglesi, respinte degli azzurri e l'ennesima fuga in avanti di Giorgione per tentare il raddoppio. Il tiplice fischio finale dell'arbitro Lobo sancisce la vittoria italiana sui maestri britannici e scatena la gioia dei nostri tifosi che riescono ad entrare in campo col tricolore.

E' apoteosi, la "Nazionale del camerieri" aveva battuto per la prima volta nella sua storia gli Inglesi a casa loro, Chinaglia, figlio di un ex cameriere, a 18 anni a suo volta cameriere in un pub dove lavava le tazzine, viene portato in trionfo. 

Il cuore ha vinto sulla tecnica, Chinaglia sul suo passato e gli italiani in Inghilerra sul loro presente. E' una grandissima rivincita per tutti. E questa volta il piatto è servito, veramente.

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