mercoledì 7 dicembre 2022

60 anni col Sorpasso

 di FRANCESCO TRONCARELLI 

Il Sorpasso" il film diretto da Dino Risi compie 60 anni. Uscì nelle sale infatti il 5 dicembre del 1962. E' unanimamente considerato  il capolavoro del regista ed uno degli affreschi cinematografici più rappresentativi dell'Italia del benessere e del miracolo economico di quel periodo.

La storia si svolge nel giorno di Ferragosto ed è interpretata da un grande Vittorio Gassman, vero e proprio Mattatore del film e da un bravo e intenso Jean-Louis Trintignant.

A Roma la mattina del 15 agosto del 62 la città è deserta. Bruno Cortona, Gassman,  quarantenne vigoroso ed esuberante, amante della guida sportiva e delle belle donne, al volante della sua Lancia Aurelia B24 convertibile, vaga alla ricerca di un pacchetto di sigarette e di un telefono pubblico.

Lo accoglie in casa Roberto Mariani, Trintignant, studente di legge al quarto anno, rimasto in città per preparare gli esami. Dopo la telefonata, Bruno chiede a Roberto di fargli compagnia.


I due, sulla spinta della travolgente invadenza di Bruno, intraprendono così un viaggio in auto lungo la via Aurelia, a velocità sostenuta, che li porterà in direzione della Toscana, a Castiglioncello, raggiungendo mete occasionali sempre più distanti.

Durante il viaggio verso il nord e verso il mare, arriveranno anche a far visita ad alcuni parenti di Roberto, prima, e alla figlia e all'ex-moglie di Bruno, poi.

Il giovane Roberto sarà più volte sul punto di abbandonare Bruno, ma sia il caso, sia una certa inconfessabile attrazione, mascherata da una certa arrendevolezza, terrà unita l'assortita coppia di amici occasionali, che significherà per Roberto anche un percorso di iniziazione alla vita.

Lui infatti si allontana dai miti e dai timori giovanili e inizia la rilettura delle sue relazioni familiari, dell'amore e dei rapporti sociali, sino alla tragica conclusione che si materializza durante l'ennesimo sorpasso avventato.


L'auto si scontra con un camion e precipita in un burrone. Nell'impatto, Bruno sbalza fuori dall'auto riuscendo così a salvarsi, mentre Roberto perde la vita. Agli agenti intervenuti Bruno confesserà, dato il tempo limitato trascorso con il ragazzo, di non conoscerne neppure il cognome.

Fin qui la vicenda tragicomica con finale inaspettato e drammatico narrata nel film che tutti conoscono e ricordano, quello che invece pochi hanno presente e che invece è una particolarità del film e in un certo senso una novità, è che oltre alla colonna sonora curata da Riz Ortolani, ci sono delle canzoni in voga in quel periodo inserite nel film.

Una circostanza che oggi è la norma per molte pellicole ma che all'epoca non era ancora stata utilizzata. Fu "Il Sorpasso" a sottolineare le scene più importanti del film coi motivi di successo di quell'estate proprio per  fornire un ulteriore caratterizzazione dei personaggi e del contesto.

Questi i brani che sono presenti:

Quando quando quando (Tony Renis / Alberto Testa) di Emilio Pericoli

St. Tropez Twist (Mario Cenci / Giuseppe Faiella) di Peppino Di Capri

Per un attimo (Paolo Lepore e Luigi Naddeo / Gino Mazzocchi) di Peppino Di Capri

Don't Play That Song (You Lied) (Ahmet Ertegün / Betty Nelson) di Peppino Di Capri

Vecchio frak (Domenico Modugno) di Domenico Modugno 

Guarda come dondolo (Carlo Rossi / Edoardo Vianello) di Edoardo Vianello

Pinne fucile ed occhiali (Carlo Rossi / Edoardo Vianello) di Edoardo Vianello


Fra questi brani molto conosciuti e suonati in quella estate di fuoco, ben tre sono interpretati da Peppino di Capri con i suoi Rockers. Un record. Non solo per il film, ma in assoluto, perché nessun altro artista ha avuto lo stesso numero di canzoni in altre pellicole successive (Sapore di mare, Vacanze di Natale ecc.), dove nelle varie compilation c'è sempre e solo un pezzo per ogni artista inserito.

E non poteva essere diversamente perchè Peppino in quell'anno porterà ben undici canzoni ai vertici della classifica di vendita, lanciando tra l'altro grazie alla soffiata di Gerry Bruno dei Brutos arrivata da Parigi, il twist, ballo che segnerà quegli anni irripetibili.

"Per un attimo" inciso da di Capri nel 1960, che Gassman mette nel mangiadischi della sua romban te Aurelia per intrattenere l’anziano contadino, "il villico", cui ha dato un passaggio è il primo pezzo del cantante napoletano, brano di grande atmosfera e ideale per accompagnare una gita in macchina.

Ma non solo. Nelle scene girate all’esterno e all’interno del night club di Castiglioncello ‘Il Cormorano’ si diffondono nuovamente tra un cha-cha-cha, poi ancora e un pezzo dalla ritmica latino americana.

Una volta giunti alla spiaggia di Castiglioncello, ecco irrompere uno dei più iconici esempi del catalogo pop italiano: “St. Tropez twist” di Peppino Di Capri, uno dei suoi più grandi successi firmato insieme al chitarrista del suo gruppo Mario Cenci e ripreso anche durante la sfida a ping-pong tra Bruno e Bibì, l'attore Claudio Gora che interpreta l’attempato fidanzato della figlia Catherine Spaak.

 

Dal brio scatenato del twist alla melodia ritmata del blues. Ecco infatti “Don’t play that song (You lied)”, brano soul originariamente registrato dal cantante americano Ben E. King e che Peppino Di Capri ha fatto suo con un'interpretazione da brividi.

Il testo della canzone intriso di sofferenza si staglia su Roberto-Trintignant che trova finalmente il coraggio di provare a telefonare a Valeria, la vicina di casa da lui amata benché mai frequentata, lacerando così quel guscio di timidezza di cui è prigioniero.

Lì vicino, tra il gruppo di giovani che balla in un’atmosfera agrodolce, si nota la ragazza con la gamba ingessata che poco prima gli aveva chiesto un autografo come nuovo arrivato della spiaggia, da scrivere "tra quello di Andreotti e Peppino di Capri".

Mentre tutti ballano il disco suonato da un juke box in passi sicuri e cadenzati il madison, il ballo del momento che era un po' hully gully e un po' twist lento, Roberto non riesce a contattare Valeria e rimane sconsolato a guardare la gente che si diverte.

Una scena suggestiva e di grande atmosfera che il bel pezzo di Peppino di Capri sottolinea con garbo e struggente malinconia. È il rimpianto per un amore che poteva essere e non è stato che un po' tutti hanno vissuto nella loro vita e soprattutto per un'estate felice e senza pensieri che coinvolge anche chi guarda il film.





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