di FRANCESCO TRONCARELLI
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori, quante volte abbiamo
pronunciato questa frase vedendo la natura che torna a risplendere a
primavera. Un'associazione immediata al risveglio delle piante e della
vegetazione, grazie a una delle canzoni più belle ed amate di Lucio
Battisti.
Il disco usciva il 24 aprile 1972, il giorno successivo alla partecipazione di Battisti a Teatro10 in cui si esibì con Mina in quel duetto entrato nella storia della televisione.
Il brano rappresenta senza dubbio una
delle vette creative più alte della produzione della coppia d'oro del nostro pop. Il testo tra quelli
autobiografici di Mogol, al secolo Giulio Rapetti, è il più significativo,
e racconta la storia di un ragazzo e
del suo disagio di vivere, per poi allargare il discorso alle
difficoltà esistenziali di una coppia.
i giardini di marzo si vestono di nuovi colori |
Nello
scriverlo l'autore attinse ai suoi ricordi relativi al difficile periodo
del dopoguerra a Milano ed al riguardo ha raccontato: «Mi ricordo il
punto esatto dove passava un carretto dove potevamo comprare per 10 lire
dei gelati quadrati e due biscotti, mi sembra ancora di vederlo. Quando
si era vicini alla fine del mese mia madre non mi dava i soldi, la vita
era dura anche per i miei, la situazione economica non era florida".
“Mi stupivo che i
fiori sui suoi vestiti non fossero ancora appassiti perché li aveva
portati così tante volte (Io pensavo a mia madre /e rivedevo i suoi vestiti” ) che era un miracolo che non fossero
sciupati".
Ancora: "C'erano dei ragazzi che all'uscita di scuola vendevano i loro libri usati, è un
fatto vero anche questo, non avevo mai trovato il coraggio di venderli
anch’io perché mi sentivo patetico, non so per quale motivo, era un
fatto di orgoglio".
Il 45 giri de I giardini di marzo |
Come ha ricordato infatti il chitarrista Massimo Luca, Battisti arrivava in studio la mattina presto, verso le 9 e faceva sentire il pezzo da registrare ai musicisti, solo con chitarra e voce. Poi gli chiedeva di seguirlo se non aveva già delle idee precise sulle parti, in modo che l’apporto del gruppo diventasse parte integrante del processo creativo.
Dopo avere provato alcune volte “I giardini marzo” l'artista reatino si rese conto che al brano serviva una introduzione strumentale. Aveva in mente qualcosa che richiamasse le atmosfere mediterranee. Accennò con la sua chitarra qualche accordo.
Mina e Battisti a Teatro 10 |
Uscito il giorno dopo quella serata magica con Mina, in appena un mese, il 27 maggio, "I giardini di marzo" è già al primo posto della Hit Parade di Lelio Luttazzi, restando in vetta alla classifica per ben 7 settimane e risultando alla fine dell'anno il 4° singolo più venduto in Italia nel 1972.