lunedì 13 maggio 2024

Lo Scudetto dei tifosi

 di FRANCESCO TRONCARELLI 

Il Tassinaro scardinò una porta dei bagni della curva, se la caricò sulle spalle e scese nel parterre, dove erano i posti in piedi per vedere la partita.

Sgomitando a fatica fra la folla si fece largo ed arrivò al fossato che divideva quel settore dello stadio dal terreno di gioco, lì appoggiò la porta come fosse un ponte levatoio permettendo ai tifosi l'invasione di campo.

Il primo a entrare sulla prato dell'Olimpico fu Lupo seguito da me, poi arrivarono Vincenzo e Palmierino, poi Zambonini, Tartaruga e via via tutti gli altri del Muretto tranne Gino che si sacrificò per non abbandonare lo striscione dei CML sugli spalti.

Erano le 17e45 del 12 maggio 1974 e il sogno dello Scudetto per la banda Maestrelli e tutta la gente laziale finalmente si avverava. 50 anni dopo, il 12 maggio del 2024 sono tornato sul prato verde dell'Olimpico dopo Lazio-Empoli.

Una sensazione incredibile che mi ha molto emozionato pensando a quel giorno indimenticabile e a tutto quello che avvenne sul campo e sugli spalti.

l'omaggio

Da tempo immaginavo questo momento, rimettere il piede su quella erba verde calpestata dai giocatori, i ragazzi del 74 che fecero l'impresa allora, e quelli di adesso che hanno cercato di onorarli vincendo con l'Empoli.

Un modo concreto per rivivere quella giornata ma anche un'azione che ho compiuto col pensiero rivolto a chi era con me allora ed oggi purtroppo non c'è più.

Lo dovevo a loro, a quegli amici con cui ho vissuto giornate memorabili, con cui ho condiviso gioie e dolori, risate e panini, con cui difesi la nostra squadra del cuore in ritiro prederby all'hotel Americana dagli attacchi dei romanisti. 

Lo dovevo a Gino con cui avevo fondato il CML, a Lupo sempre in prima fila al mio fianco, al Tassinaro, fedelissimo temuto e rispettato in tutti gli stadi d'Italia e amico vero. Tre protagonisti della meglio gioventù biancoceleste che si ritrovava sul Muretto della Sud degli anni 70 dove si dava il la al tifo per la Lazio.

Ho così deposto sul prato tre sciarpe con i loro nomi, un omaggio alla loro memoria e a quello che hanno rappresentato per il tifo, come a dire 50 anni dopo anche voi festeggiate con noi. Noi tifosi.

Il Tassinaro con Adriano e Tonino Di Vizio a una cena di tifosi

Si perché nelle celebrazioni del Cinquantennale dello Scudeto del 74 il tifoso è stato il grande assente. Nessuno ha speso una parola per chi in quegli anni dette anima e corpo per Chinaglia e compagnia bella.

Per chi ha fatto sacrifici anteponendo gli interessi della Lazio ai propri, spesso trascurando la famiglia e altrettanto spesso anticipando fondi poi non recuperati per organizzare treni speciali e le famose carovane biancazzurre di pullman.

Niente. Lazio maledetta di qua, pistole e tric e trac di là, libri di ogni tipo su, iniziative varie giù, ma non una riga su personaggi carismatici come Tonino di Vizio, sempre presente col suo sorriso sornione e la sua diplomazia proverbiale

Non una foto di Adriano Basaia, uomo d'azione senza macchia e senza paura, non un frammento video con Gino Camiglieri, navigato presidente dei Club e imbattibile organizzatore di eventi, contestazioni, tifo.

Tonino, Garlaschelli e Gino Camiglieri

E che dire di Rosaria Romani "la tifosa laziale del Secolo" come la proclamò Gianni Elsner dopo un seguitissimo referendum lanciato dalla sua mitica trasmissione Te lo faccio vedere chi sono io.

Certo i riflettori dovevano essere puntati sui protagonisti, su "Pulici, Petrelli, Martini" e così via come è giusto che sia e come è stato. Ci mancherebbe. Ma vogliamo nell'overdose di applausi e manifestazioni dire "grazie anche a Voi ragazzi che c'eravate sempre soprattutto quando le cose non andavano bene".

Era tanto difficile? Sembra di sì. Probabilmente perché chi ha scritto o ha realizzato speciali televisivi per le celebrazioni non conosce la Storia della Lazio nella sua completezza, una Storia nella quale i tifosi hanno recitato un ruolo da protagonisti, e soprattutto non ha voluto approfondire limitandosi all'a, b, c diventato nel tempo un copia e incolla per non spremere le meningi.

Chi c'era comunque sa, chi ha vissuto quel meraviglioso periodo non dimentica chi ha dato tanto alla Prima squadra della Capitale senza chiedere nulla in cambio. 12 maggio 2024, cari Gino, Lupo e Goffredo, sono passati 50 anni da quel giorno e ieri come oggi lo Scudetto è anche vostro....

domenica 5 maggio 2024

"Caro Maestro" racconta Maestrelli patrimonio del calcio

 di CLAUDIO GIORDANO

"Questa è una storia formidabile, quello che Tommaso Maestrelli ha fatto nel calcio è quasi unico e ha rispecchiato il suo percorso di vita.
Bello ricordarne la memoria e credo che sia un patrimonio di tutto il calcio italiano".

Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha ricordato l'allenatore della Lazio del primo scudetto alla presentazione di 'Caro Maestro', il libro scritto da Francesco Troncarelli, svoltasi al Circolo Canottieri Lazio.

 "Ci sono degli allenatori che hanno fatto la storia all'interno di certe squadre - ha aggiunto Malagò -, chi è appassionato di calcio deve riconoscere che ha saputo conciliare il ruolo di allenatore, psicologo e padre"

Giovanni Malagò e Francesco Troncarelli

"Quella squadra- ha proseguito il massimo esponente dello Sport italiano- è diventata una storia a sé. Maestrelli è stato allenatore di 11 personalità molto forti, lui l'ha vissuta da padre oltre che con le competenze tecniche. A nome dello sport italiano non posso che ringraziare Maestrelli".

Attraverso foto e documenti inediti, il libro racconta la figura del tecnico a partire dal rapporto con i giocatori fino agli omaggi riservati a Maestrelli, unico allenatore a ricevere tre Seminatori d'oro - uno per ciascuno dei campionati professionistici in cui ha svolto la sua attività - un francobollo, una via, un busto, un torneo internazionale, un'opera teatrale e un impianto sportivo. 

la presentazione

A ricordare insieme a lui aneddoti e momenti indimenticabili di quella stagione felice che vide Maestrelli sulla panchina biancoceleste, Giancarlo Oddi stopper roccioso di quel gruppo entrato nella leggenda, il presidente della Lazio generale Antonio Buccioni che ha evidenziato la vicenda omerica di quella squadra e il figlio del tecnico Massimo.

"Quanta lazialità in questa sala, che atmosfera meravigliosa" commentava Stefano Andreotti mentre applaudiva l'ingresso dei figli d'arte James Wilson, Matteo D'Amico e Gabriele Pulici intervenuti all'evento.

Il loro ingresso in sala è stato salutato da un caloroso e interminabile applauso a testimonianza dell'affetto che li accompagna da sempre.

Taglieri, Ponzi e Riottino

"Un libro interessantissimo e ricco di fotografie" spiegava la stilista del riciclo Antonella Merlino a Sandro Ponzi medico del San Giovanni e Roberto Taglieri dentista dei Vip.

Pino Capua e Carlo Cotticelli dal canto loro commentava la Lazio attuale con quella del 74 mentre l'ingegnere Francesco Bellini e lo psicologo Franco De Angelis pazientemente aspettavano il loro turno per il firma copie. 

Laura Bianchi, Gioia Troncarelli ed Eleonora Lauteri infatti li avevano preceduti reclamando un selfie con Massimo Maestrelli. 

Foto ricordo con Massimo Maestrelli
Ancora supertifosi come Giancarlo Valenti, un passato di leader fra gli Eagles Supporters, Nicola Nicolini del gruppo storico dei CML e Andrea Longarini venuto col padre e il figlio, terza generazione di una famiglia lazialissima.

Momento particolarmente suggestivo, tra ricordi, sorrisi e molta emozione, l'incontro dopo tanti anni fra Antonio Rottino e Massimo Maestrelli, cugini fra loro e dalle comuni origini baresi.

Tra i tanti presenti anche gli autori della piece teatrale "Tommaso Maestrelli, l'ultima partita" Giorgio Serafini Prosperi e Pino Galeotti.

Pino Galeotti e Giorgio Serafini Prosperi

Ancora supertifosi come Giancarlo Valenti, un passato di leader fra gli Eagles Supporters, Nicola Nicolini del gruppo storico dei CML e Andrea Longarini venuto col padre e il figlio, terza generazione di una famiglia lazialissima.

Alberto Di Giorgio col suo inseparabile cappellone da cowboy  e il notaio Giampiero Sales chiacchieravano piacevolmente con Giancarlo Oddi sempre disponibile e con le sue proverbiali battute a dominare la scena.

Su tutti i presenti, spiccava la figura di Pierluigi Pagni, storico socio del circolo con le sue 84 primavere sulle spalle e soprattutto indimenticato capitano della Lazio degli anni 60, veterano di tante battaglie con l'Aquila sul petto.

Pierluigi Pagni



 

La rivincita del "cameriere" Chinaglia

di FRANCESCO TRONCARELLI Inghilterra - Italia non è mai stata una partita come tutte le altre, soprattutto per noi, perchè giocare contro i...