di FRANCESCO TRONCARELLI
Entrare nella storia della televisione senza saperlo. Essere protagonisti di un pezzo del pop d'autore e non pensarci. Cantare davanti a milioni di persone emozionandosi insieme a loro. Questo e anche altro, accadeva esattamente 51 anni fa nel piccolo schermo grazie a due miti assoluti della nostra musica, Lucio Battisti e Mina.
Un duetto incredibile e letteralmente coinvolgente,
un'accoppiata da brividi forti che ha fatto epoca e che per certi versi ha segnato la
fine di una stagione della nostra vita. Una gemma della durata di una manciata di minuti che
entusiasma ancora oggi.
Era domenica 23 aprile 1972, l'incontro avviene sul Secondo canale
(superfluo dire della Rai, allora c’era solo lei) al Teatro delle
Vittorie in Roma dove va in onda
"Teatro 10". La trasmissione è in bianco e nero, anzi soprattutto nel
bianco che più bianco non si può tipico delle scenografie dei
grandi show di Antonello Falqui. Don Lurio si occupa delle coreografie e
dei balletti.
E' un classico varietà del sabato sera, ma spostato alla domenica per lasciare la
vigilia del dì di festa al "Pinocchio" di Comencini, in modo che i bambini lo
potessero vedere anche se arrivava dopo Carosello.
Introdotti dal gran
cerimoniere Alberto Lupo, a "Teatro" 10 sfilavano i nomi più importanti
dello showbiz internazionale, incorniciati dalla voce di madama Mazzini
che cantava da sola, duettava con un ospite e poi mandava tutti a nanna
con "Parole parole parole".
Qualità garantita insomma, com’era la regola
dell’allora deprecata e oggi rimpianta tivù di Ettore Bernabei. Quella sera in
scaletta c'erano il re del rock francese Johnny Hallyday, Enrico
Montesano
con le sue macchiette, le gemelle Kessler
per un annunciato spogliarello, che in cinque minuti
mostrò meno epidermide di cinque
secondi di un qualsiasi "Grande Fratello" e addirittura il grande
violinista classico Salvatore Accardo.
E poi, naturalmente, i due mostri non ancora sacri, ma già affermati Mina e Lucio. Alle 21,47, scatta l’ora di questo evento eccezionale. Per la prima, unica e ultima volta cantano insieme i due giganti di quella che allora veniva chiamata "musica leggera".
I
due artisti più
geniali e irregolari del Bel paese canterino, i due miti che poi
sceglieranno entrambi di sparire dalle scene dopo averle occupate fino alla
massima capienza,
grazie a una combinazione eccezionale di genio e carisma.
Finalmente in coppia davanti alla grande platea televisiva, dopo i successi discografici di "Insieme", "Amor Mio" ed "Io e Te da Soli" e "La mente torna", firmati da Mogol-Battisti e interpretati dalla Tigre di Cremona, che hanno trionfato nelle classifiche di vendita.
Sono questi gli ingredienti giusti per creare il duetto per eccellenza, quello che dopo cinquant'anni nessuno è riuscito ad eguagliare nè superare. L’evento dura otto minuti e 59 secondi.
Mina: "Senti Lucio, volevo dire una cosa. Tu, di solito, canti le tue canzoni, cioè: canti soltanto quelle, proprio. Io molto spesso canto le tue canzoni. Cosa dici: per una volta le cantiamo insieme queste canzoni?".
Battisti: "Bè, io sarei anche d'accordo...", Mina: "Eh!?!
Grazie". Battisti: "No anzi, sono d'accordo, perché, tra l'altro, mi
hanno accompagnato cinque amici da Milano...". Mina: "Apposta".
Battisti: "Proprio per questa cosa qui...". Mina: "Bene".
Battisti e il suo gruppo con Mina |
I
cinque amici che hanno accompagnato da Milano il cantautore sono Gianni
Dall'Aglio alla batteria, sodale da sempre di Celentano e componente
dei Ribelli. Angel Salvador al basso componente dello stesso gruppo,
Gabriele Lorenzi organista della Formula 3, il trio che accompagnava nei
concerti Battisti, Massimo Luca alla chitarra acustica e Eugenio
Guarraia alla chitarra elettrica, entrambi turnisti alla "Numero Uno",
la neonata etichetta discografica di Lucio.
La magia ha inizio con "Insieme",
ma non è Mina ad interpretarla, bensì Lucio Battisti che con la sua
inconfondibile voce naïve conduce con garbo gli spettatori
nel microcosmo del duetto. Subito dopo entra Mina, timbro sicuro e
caldo, che intona "Mi ritorni in mente", un'esecuzione tecnicamente ed
emotivamente perfetta, a cui si unisce Battisti.
Il medley continua con "Motocicletta", "E penso a te", "Io e te da
soli", "Eppur mi son scordato di te", in un alternanza e scambio di voci
agli antipodi che però si fondano e si esaltano a vicenda che cattura
tutti i presenti in sala e quelli davanti il piccolo schermo fino alla
conclusione con la stupenda "Emozioni" che Mina sente sua
interpretandola chiudendo gli occhi e facendosi accompagnare da qualche
vocalizzo di Lucio.
All’ultima nota suonata dal chitarrista, il
pubblico esplode in un applauso scrosciante pari all’intensità di quello
evento a cui ha assistito. I due protagonisti si avvicinano, lei
sussura
qualcosa nell’orecchio di lui che la ringrazia e poi si tengono per
qualche istante per mano.
Quella esibizione per molti cambiò l’immaginario collettivo
degli italiani, non solo perché molto semplicisticamente la tv sarebbe
diventata a colori dopo qualche tempo, ma anche perché il clima sociale stava
cambiando, purtroppo in peggio, i famosi Anni di piombo erano in agguato.
Dalle metriche cantate da Mina e Battisti presto
le parole ricorrenti divennero crisi economica, Brigate Rosse, assassinio di
Calabresi, paura, austerity. In quell’inizio di anni Settanta l’Italia stava per perdere
la propria innocenza e la parola fine di quel periodo quasi
spensierato lo avevano interpretato proprio Mina e Battisti, i due amici amatissimi.